Pubblichiamo il testo della Proposta di Legge di Bilancio 2025 inizierà il suo iter parlamentare alla Camera. Le audizioni davanti alle commissioni Bilancio del Parlamento dovrebbero iniziare il 28 ottobre mentre il termine degli emendamenti dovrebbe essere fissato fra l’8 e il 10 novembre.
Tornano pesanti tagli agli «enti territoriali», cioè regioni, comuni, province e città metropolitane. Per gli articoli 104 e 109 saranno tagliati nei prossimi 5 anni complessivamente 3 miliardi e 930 milioni di euro. Due miliardi e 430 milioni alle regioni, 1 miliardo e 500 milioni agli altri. Così ripartiti: alle regioni saranno trattenuti 280 milioni nel 2025; 840 milioni dal 2026 al 2028; 1 miliardo e 310 milioni nel 2029. A comuni, province e città metropolitane 140 milioni nel 2025; 290 milioni dal 2026 al 2028; 490 milioni nel 2029. Oltre alla sanità pubblica, si attaccano il Welfare locale, i servizi pubblici e sociali, i trasporti pubblici e le altre prestazioni fornite dagli enti locali. La scure si abbatte sui ministeri a cominciare dalla scuola che taglierà 5.660 posti ai docenti e 2174 al personale Ata, al ministero della cultura che esce malconcio fino alla Rai che taglierà il 2%. Senza dimenticare l’università, già soggetta a un taglio precedente da 173 milioni di euro.
Il governo ha deciso di ridurre i dipendenti pubblici con il ripristino del blocco parziale del turn-over e tagliare le assunzioni nella sanità, di non tassare le grandi ricchezze e non intervenire sui profitti speculativi post-covid delle aziende farmaceutiche o energetiche. Con le banche ha concordato un meccanismo contabile che permette di rinviare le deduzioni sulle valutazioni e sulle imposte differite attive. Da questa misura il governo si aspetta circa 3,4 miliardi tra il 2025 e il 2026. Dunque i veri sacrifici sono chiesti ai cittadini anche attraverso i tagli agli enti locali.